Pubblicazioni
Numero
2019/2
Sintesi del numero
Agenda 2030: il punto sullo sviluppo sostenibile
La transizione del sistema economico e produttivo verso una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale è inevitabile e sempre più urgente. Questo numero di Economia Italiana, editor il prof. Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, fa il punto della situazione e propone ulteriori proposte e spunti di riflessione su un tema che riguarda l’intera umanità. Come rileva Giovannini, “è cresciuta nel nostro Paese la sensibilità ai temi dello sviluppo sostenibile. Che si parli di clima, ambiente, ma anche di diseguaglianze, parità di genere, diritti umani. Del futuro bisogna parlare di più, per operare scelte e farne discendere nuovi comportamenti individuali, priorità della politica, strategie aziendali più lungimiranti”.
Il numero presenta quattro saggi che colgono obiettivi importanti per lo Sviluppo Sostenibile. Fabrizio Barca e Patrizia Luongo trattano il tema delle crescita delle disuguaglianze, sottolineando come sia indispensabile invertire rotta con politiche pubbliche radicali. Toni Federico, compie una disamina particolarmente approfondita sul cambiamento climatico e la necessità di una transizione più spinta verso le energie rinnovabili. Patrizia Giangualano e Lorenzo Solimene ci parlano dell’economia circolare, una nuova concezione economica volta alla definizione di un modello di produzione e consumo maggiormente sostenibile e responsabile. Francesco Timpano e Marco Fedeli trattano il tema della finanza per lo sviluppo sostenibile, concetti che stanno entrando con vigore nelle analisi finanziarie e nelle scelte di investimento. Impreziosisce il numero l’intervento di Ignazio Visco, “Sviluppo sostenibile e rischi climatici: il ruolo delle banche centrali” tenuto al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2019. Nelle “rubriche” Livio Livi e Francesca Magliulo ci offrono il punto di vista di due grandi imprese del settore dell’energia. Daniele Lombardini spiega perché le “terre rare” sono elementi importanti per la tecnologia verde. Completano il fascicolo un intervento di Sabrina Florio di Anima per il sociale nei valori di impresa e il documento firmato dalle principali organizzazioni del mondo imprenditoriale aderenti all’ASviS che rinnova il “Patto di Milano”.
Editor
Enrico Giovannini
Pagine
220 pagine
Articoli
Editoriale
Enrico Giovannini
Sostenibilità: rischi, opportunità e sfide per il nostro futuro
Saggi
Fabrizio Barca, Patrizia Luongo
Europa: invertire rotta e aggredire le disuguaglianze
Toni Federico
Il cambiamento climatico e la transizione energetica dopo Parigi
Patrizia Giangulano, Lorenzo Solimene
Economia circolare: principi e sfide per la trasformazione delle imprese
Francesco Timpano, Marco Fedeli
La finanza per lo sviluppo sostenibile: un’analisi dello stato dell’arte
Interventi
Ignazio Visco
Sviluppo sostenibile e rischi climatici: il ruolo delle banche centrali
Rubriche
Livio Livi
Sviluppo sostenibile e downstream petrolifero
Francesca Magliulo
Verso il 2030: Edison e l’energia sostenibile
Daniele Lombardini
Terre rare: criticità, applicazioni e alternative
Sabrina Florio
Le imprese italiane di fronte alla sfida dello sviluppo sostenibile. Il contributo delle associazioni e dei network per la sostenibilità.
Documenti
Rinnovato il “Patto di Milano”
Acceleriamo la transizione alla sostenibilità Le imprese per l’agenda 2030
Recensioni
Lorenzo Paliotta
F.D. Roosevelt, Guardare al futuro: la politica contro l’inerzia della crisi
Numero
2019/1
Sintesi del numero
Le sfide dell’economia digitale
“Data is the new fuel, the new money” (The Economist, 2017) e, in effetti, la rivoluzione digitale è la grande trasformazione economica che stiamo vivendo, con impatti planetari sulla produttività e la distribuzione del reddito, sulla tassazione delle imprese, sulla concorrenza e sull’occupazione. Come osserva Stefano Fantacone, guest editor di questo numero, la rivoluzione digitale pone cambiamenti profondi sia nella domanda che nell’offerta. Permettendo di confrontare i prezzi di ogni singolo bene “le piattaforme digitali hanno avvicinato come non mai il sistema economico alla configurazione ideale del banditore walrasiano”. D’altro canto, come ricorda Andrea Pezzoli, chi gestisce le piattaforme digitali crea “un baratto, in cui il consumatore offre come mezzo di scambio i propri dati”, il cui esito sembra a tutto vantaggio dei gestori. “I Big Data e i ‘mercati senza prezzo’ sollevano questioni che si trovano a metà tra antitrust e tutela della privacy … per una politica antitrust efficace diviene sempre più necessario l’aiuto della strumentazione propria della tutela del consumatore e della protezione dei dati e di un welfare ‘amico’ della concorrenza”. Giuseppe Cinquegrana analizza il legame fra i cali di produttività del lavoro negli ultimi vent’anni e i problemi di misurazione nei conti nazionali dei prezzi dei beni e servizi a contenuto tecnologico. Il ritardo italiano nell’introduzione di tecnologie digitali per imprese, famiglie e le istituzioni pubbliche pesa sulla produttività del Paese. Inoltre, le stime indicano come alla crescita più recente della dotazione digitale non stia corrispondendo alcun significativo impulso sulla produttività. Di fronte alla globalizzazione, Loredana Carpentieri, Stefano Micossi e Paola Parascandolo si chiedono se la Corporate Income Tax sia ancora un modello efficiente di tassazione delle imprese. Le attività sono diventate globali, digitali e immateriali, mentre i sistemi fiscali sono rimasti quelli progettati un secolo fa. All’interno dell’Unione europea la crisi della Corporate Income Tax ha assunto dimensioni ancora più significative per la combinazione con le regole di libera circolazione dei capitali. Per limitarne i principali effetti negativi le istituzioni europee cercano da quasi un quarantennio forme di coordinamento/armonizzazione che non hanno generato i risultati sperati. Una soluzione radicale, anche se complessa, potrebbe essere la sostituzione dell’imposta sul reddito con una Cash Flow Tax. Arricchiscono il numero le rubriche di Alberto Navarra e Claudio Torcellan sugli impatti della digitalizzazione sul mercato del lavoro e sulle banche in particolare e il contributo di Martina Capuano sugli effetti di Industria 4.0.
Editor
Stefano Fantacone
Pagine
180 pagine
Articoli
Editoriale
Stefano Fantacone
Dove ci porterà l’economia digitale?
Saggi
Andrea Pezzoli
“With a little help from my friends”: quale politica della concorrenza per l’economia digitale?
Giuseppe Cinquegrana
Economia digitale e produttività: errori di misurazione e fattori idiosincratici. Il caso italiano
Loredana Carpentieri, Stefano Micossi, Paola Parascandolo
Tassazione di impresa ed economia digitale
Contributi
Giuseppe Ciccarone, Giovanni Di Bartolomeo
Franco Modigliani: il primo economista keynesiano contemporaneo
Contributi - Sezione giovani
Martina Capuano
La valutazione dell’impatto di “Industria 4.0” nel manifatturiero italiano
Rubriche
Alberto Navarra
Come cambia la forza lavoro nei settori
Claudio Torcellan
Come cambierà la forza lavoro nell’industria bancaria
Maria Valentina Bresciani, Lorenzo Forni, Simone Passeri
Allungare la vita media del debito pubblico per ridurre le emissioni annue
Numero
2018/2-3
Sintesi del numero
Il Jobs Act. Occasione mancata o base per ripartire?
Pur con limiti e incompiutezze, il JOBS ACT rappresenta un esempio raro di traduzione in un corpus legislativo e regolamentare di una visione del mercato del lavoro emersa da due decenni di acceso dibattito teorico ed empirico. Si può non condividere questa visione, ma è impossibile negare l’iniquità del mercato del lavoro duale ereditato dalle precedenti riforme, a cui la legge risponde. Le riflessioni e i risultati dei lavori di questo numero di ECONOMIA ITALIANA, coordinato da Fabiano Schivardi, sono quindi particolarmente attuali, data la fase di ripensamento dell’intero progetto di riforma del mercato del lavoro italiano. L’auspicio è che il dibattito si svolga sulla base di evidenze teoriche ed empiriche solide, e non solo di principi ideologici.
Il JOBS ACT è stato giudicato dalla sua capacità o meno di creare lavoro. Quel dibattito si è incentrato sulla domanda sbagliata. L’obiettivo era di costruire un sistema adeguato a un mondo del lavoro con carriere lavorative inevitabilmente meno stabili che in passato e più bisognose di un continuo aggiornamento delle competenze. Ed è sul raggiungimento di questo obiettivo che i contributi di questo numero si focalizzano.
Sestito e Viviano offrono una valutazione complessiva degli effetti del JOBS ACT rispetto all’obiettivo dichiarato di ridurre il grado di dualità del mercato del lavoro. Boeri e Garibaldi si concentrano sull’effetto del contratto a tutele crescenti. Anastasia e Santoro analizzano le politiche attive del lavoro. Lucifora e Naticchioni analizzano l’inadeguatezza del nostro sistema di contrattazione collettiva, suggerita anche dai confronti internazionali. Leonardi e Nannicini, fra i principali protagonisti dell’elaborazione del JOBS ACT, illustrano le motivazioni sottostanti la riforma, offrono una valutazione di cosa ha funzionato e cosa no, valutano i recenti sviluppi legislativi alla luce della filosofia generale del JOBS ACT.
Editor
Fabiano Schivardi
Pagine
148 pagine
Articoli
Editoriale
Fabiano Schivardi
Il Jobs Act: occasione mancata o base per ripartire? Un’introduzione
Saggi
Paolo Sestito, Eliana Viviano
The “Jobs Act”: the Reform in the Context of the Italian Labour Market
Bruno Anastasia, Gianfranco Santoro
Jobs Act: politiche attive e ammortizzatori sociali
Claudio Lucifora, Paolo Naticchioni
The “Jobs Act” and Industrial Relations: a Lost Opportunity?
Tito Boeri, Pietro Garibaldi
Il Jobs Act come esperimento quasi scientifico: cosa suggeriscono i dati?
Marco Leonardi, Tommaso Nannicini
I principi del Jobs Act e una breve valutazione
Contributi
Paola Piantedosi, Marco Cramarossa
Il peso della burocrazia italiana ed i suoi effetti sul sistema economico
Recensioni
Lorenzo Paliotta
A. Goldstein (a cura di), Agenda Italia 2023